Una cornea artificiale ottenuta in soli 10 minuti utilizzando una stampante 3D più un inchiostro biologico a base di cellule staminali e sostanze nutritive, possibile? La risposta è sì. Certo, si tratta di un prototipo sperimentale da perfezionare. Ma i risultati giustificano la speranza di poter recuperare la funzionalità visiva di milioni di persone bisognose di un trapianto corneale. La cornea artificiale, infatti, sostituirà quella naturale lesionata da varie cause. Fra le altre, infezioni, ustioni, malattie come il cheratocono o alterazioni genetiche responsabili di distrofia corneale. I soggetti ciechi o ipovedenti per ora devono accontentarsi della possibilità di un trapianto da donatore umano o una cheratoprotesi – i primi – oppure degli occhiali da vista – i secondi.
L’avvento delle stampanti 3D e la realizzazione di un inchiostro biologico hanno cambiato le cose. Da diversi anni sono in corso ricerche per utilizzare queste stampanti come “fabbrica” di organi umani, così da sopperire alla loro carenza per i trapianti. La possibilità di riprodurre una cornea su richiesta, perfettamente adatta all’occhio del ricevente, si deve alla versatilità del bio-ink, che è la materia prima modellata dalla stampa tridimensionale.La sua composizione è uguale a quella della cornea naturale, formata da collagene e cheratociti. Nel caso del bio-inchiostro vengono ottenuti da staminali di un donatore e immersi in una gelatina naturale, indispensabile per mantenerli in vita. Durante il processo di realizzazione della cornea artificiale, guidato da un sofisticato programma, questo composto organico viene plasmato in modo da assumere la precisa conformazione dell’organo del paziente.
L’epitelio corneale ottenuto ha realizzato le aspettative dei ricercatori. È funzionale e finora non aspettava che di congiungersi allo stroma corneale, la parte più interna dell’organo. Qui i progressi sono stati più lenti per via della complessa anatomia di questa parte, formata da strutture colonnari intrecciate a reticolo e dotate della curvatura idonea per mantenere la trasparenza e permettere la funzione visiva. Ma l’uso della stampante 3D, unita a un’innovativa tecnologia, sembrano aver risolto il problema. Non sarà di certo l’ottico, bensì la chirurgia oculare che si occuperà di approntare le cornee. Ma sarà indispensabile rivolgersi all’ottico per l’acquisto di occhiali da sole idonei a proteggere gli occhi dopo l’intervento.